Nessuna copertura fiscale per i danni dovuti alle alluvioni?
Come funzionano le assicurazioni in caso di alluvione? Le recenti catastrofi naturali che hanno colpito varie zone d’Italia, dalla Liguria alla Maremma, inducono a chiedersi quali siano i meccanismi assicurativi che tutelano le vittime di tali disastri. Stando alle informazioni riportate dal NatCatService, che rappresenta il rapporto più esteso sull’argomento a livello mondiale, solo nel 2011 si sono verificate – in tutto il pianeta – 820 catastrofi naturali, che hanno determinato una perdita economica di 435 miliardi di dollari causando un costo assicurativo di circa 107 miliardi. Viene spontaneo, dunque, domandarsi come funzionano le cose ora in Italia.
La polizze che dovrebbero esserci ma non ci sono
Un’inchiesta ha evidenziato che, da questo punto di vista, le polizze non ci sono, anche se sarebbero molto utili. Il presidente dell’Ania (l’associazione del settore) Aldo Minucci ha sottolineato davanti alla Commissione Bilancio della Camera e del Senato che sarebbe utile applicare – in caso di alluvioni – un sistema misto per il quale una percentuale del danno sarebbe coperta dallo Stato e una percentuale sarebbe coperta da polizze assicurative private obbligatorie di cui sarebbero titolari i singoli cittadini. In poche parole, anche questo tipo di assicurazione diventerebbero obbligatorie, come già avviene per l’Rc auto. Minucci propone che tale onere verrebbe favorito da incentivi fiscali e dalla possibilità che una parte del premio venga detratto dalle tasse. Quello che conta, però, è che i gruppi assicurativi non intendono prendersi in carico il rischio completamente e, anche se in questo periodo tale frase può apparire ripetitiva e populista, a rimetterci sono sempre i cittadini.
Com’è la situazione al momento
Quella di Minucci, però, al momento è solo una proposta che deve essere concretizzata. E adesso come stanno le cose? Semplificando, le compagnie ritengono che fornire delle assicurazioni contro i danni provocati da alluvioni sia poco redditizio, se non addirittura pericoloso: proprio per questo i gruppi che concedono tale possibilità impongono una vasta gamma di limitazioni, sia dal punto di vista dell’ammontare dei risarcimenti che dal punto di vista delle franchigie, che hanno l’effetto di scoraggiare i consumatori dal sottoscrivere polizze. Si tratta, nello specifico, di polizze casa che contengono garanzie aggiuntive relative a danni causati da fenomeni atmosferici, o di polizze multirischio. Da più parti si sottolinea come le compagnie preferiscano nettamente concedere garanzie alle aziende, piuttosto che ai privati, semplicemente perché le aziende sono disposte a pagare di più.
Che cosa ci aspetta?
Il World Risk Report del 2012, cioè il rapporto mondiale dei rischi sviluppato da Alliance Development Words, ha evidenziato che nella graduatoria delle nazioni più sensibili alle catastrofi l’Italia è messa relativamente bene, visto che occupa il 116esimo posto su un totale di 173 Stati. Ciò non vuol dire, però, che si possa abbassare la guardia, anche perché gli ultimi mesi hanno evidenziato come le cose stiano peggiorando, complice l’imprevedibilità dei fenomeni naturali. Per i cittadini italiani, al momento, la situazione è molto – troppo – incerta.