La sicurezza di un’assicurazione capofamiglia

La sicurezza di un’assicurazione capofamiglia

assicurazione-capofamigliaQuando si parla di assicurazione capofamiglia si fa riferimento a un tipo di polizza che garantisce protezione e risarcimento per incidenti di piccole o grandi dimensioni che possono verificarsi nel corso della vita di tutti i giorni: a essere coperti sono sia i danni a terzi (quindi lesioni e, nei casi più gravi, decessi), sia i danni che colpiscono i beni di terzi. A dispetto del nome, che potrebbe in effetti trarre in inganno, la copertura non coinvolge unicamente il capofamiglia (vale a dire colui che sottoscrive concretamente la polizza), ma anche le persone che abitano con lui, siano esse familiari o collaboratori domestici.

Occorre specificare, tuttavia, che l’assicurazione entra in gioco solo per i fatti colposi (che si sono verificati senza volontà diretta) quando copisce il sottoscrittore della polizza e sia per i fatti colposi che per i fatti dolosi (che si sono verificati con dolo, cioè con volontà diretta) quando l’incidente colpisce terzi.

La copertura dell’assicurazione capofamiglia

Per quel che riguarda le coperture, l’estensione territoriale dell’assicurazione capofamiglia nella maggior parte dei casi è massima, nel senso che copre tutto il mondo: naturalmente, ogni compagnia ha la facoltà di escludere determinati paesi senza dovere alcuna spiegazioni.

Risulta evidente, per altro, il margine di discrezionalità per le compagnie anche per quanto concerne il campionario di danni: per esempio, in quelli causati dagli animali possono essere inclusi scoperti, franchigie o clausole specifiche. L’assicurazione capofamiglia interviene anche nel caso in cui si verifichino incidenti automobilistici, ma è bene precisare che non ci sono elementi in comune con la Rc auto: quest’ultima, infatti, copre sì i danni che sono stati provocati a terzi, ma per riottenere i soldi spesi la compagnia ha la possibilità di rivalersi sull’assicurato. Proprio per questo motivo l’assicurazione capofamiglia è importante: essa, infatti, in un caso come questo impedisce che la rivalsa provochi danni economici. Tale polizza copre, inoltre, le abitazioni: i danni che rientrano nella casistica sono quelli che vengono causati a terzi per l’utilizzo della casa, per l’esecuzione di attività domestiche o per la manutenzione ordinaria.

Come usare questa assicurazione

Ma quali sono i passi da seguire per rendere attiva l’assicurazione capofamiglia? Nel momento in cui si verifica il danno, è necessario presentare con raccomandata con ricevuta di ritorno la denuncia: non bisogna far passare più di tre giorni dalla data in cui l’incidente è accaduto (naturalmente, le compagnie possono specificare tempistiche diverse nei contratti specifici). Se il soggetto assicurato lo richiede, la compagnia paga direttamente l’indennizzo al soggetto danneggiato: è, anzi, consigliabile richiedere tale procedura alla compagnia, eventualmente spedendo una copia della richiesta al soggetto danneggiato, così da evitare dubbi o problemi.

Va detto, per altro, che nel caso in cui la polizza non copra l’incidente e la compagnia non paghi, il soggetto assicurato è tenuto a risarcire il soggetto danneggiato. Dopodiché, può comunque scegliere di fare causa alla compagnia, la quale in ogni caso può non pagare qualora stabilisca che non vi sono responsabilità del soggetto assicurato nel sinistro. In quest’ultima eventualità, spetta a chi è stato danneggiato coinvolgere l’assicurato, il quale comunque non ha nulla da temere perché – qui sì – è tutelato dall’assicurazione.

Un esempio: l’assicurazione Axa

Un esempio di assicurazione capofamiglia è la polizza Rc capofamiglia di Axa, che entra in gioco per danni che si verificano nelle attività che si svolgono nel tempo libero, nella vita di tutti i giorni, in case di proprietà o in affitto, per l’utilizzo o la proprietà di animali domestici, per la gestione di figli di età inferiore ai 18 anni e in seguito a inquinamento accidentale o interruzione di esercizio dovuti a un incendio della casa.

Sono previste franchigie, eventualmente abbinate a limiti di risarcimento o indennizzo. Per esempio, se nella polizza è prevista una franchigia di 100 euro per incidente, e se viene accertato un danno di 2mila euro, al soggetto assicurato viene liquidata una somma di 1900 euro. Se, invece, con un danno di 3mila euro, la polizza prevede una franchigia di 100 euro e un limite di indennizzo massimo di 2500 euro, viene liquidata una somma di 2500 euro, anche se teoricamente la somma da liquidare dovrebbe essere di 2900 euro, proprio a causa dell’esistenza del limite. Come sempre, dunque, è consigliabile leggere con attenzione tutte le clausole riportate sul contratto, facendo attenzione a franchigie e indennizzi massimi.

Esperto di assicurazioni, collabora da anni con alcuni dei più importanti media di livello nazionale.